Area Padre Eterno

Il parco archeologico Padre Eterno si estende per 1400 metri nei pressi del santuario della Madonna della Stella e del Ponte-Acquedotto. E’ stata la prima area archeologica scavata dai ricercatori qui a Gravina e, trovandosi a pochi passi dalla chiesa-grotta affrescata Padre Eterno, ne ha preso il nome.

Una delle scoperte più importanti del sito risale al 2 settembre 1988, data in cui fu rinvenuta una tomba del 400 a.C. con ben 46 pezzi di corredo tra cui un grande vaso a figure rosse, vasellame, frammenti di bronzo, un elmo da parata e molte terrecotte. La scoperta che sorprese di più i presenti fu lo scheletro in posizione semi-rannicchiata di un uomo di oltre quarant’anni, alto 1,75 metri. La posizione del corpo era tipica di quel periodo: i defunti venivano tumulati in posizione fetale o supina, con le gambe raccolte e le braccia poste sull’addome. Solo a partire dal 300 a.C. si cominciò a seppellire i morti in posizione supina e con le gambe distese. Ecco perché in quest’area sono presenti rari casi di questa tipologia di sepoltura, dato che le tombe, scavate nella roccia, risalgono prevalentemente a non prima del 600 a.C.

Tra i sepolcri più interessanti ritrovati qui ci sono anche quelli di due guerrieri: uno del 400 a.C., corredato da un cinturone, una lancia, uno strigile, strumento utilizzato per la pulizia del corpo, e schinieri in bronzo con decorazioni a sbalzo, utilizzati per proteggere parte della gamba. Nell’altra tomba invece, risalente al 300 a.C., è stato scoperto un elmo di bronzo.

Si suppone che i due soldati appartenessero a famiglie aristocratiche, vista la ricchezza del corredo delle loro tombe in cui sono stati trovati anche vasellame e utensili tipicamente impiegati durante i banchetti della cultura greca.

Oltre ad essere una necropoli, l’area Padre Eterno era anche una zona abitata, con luoghi di culto, sin dall’Età del Ferro a cui risalgono alcune buche scavate nella roccia in cui venivano inseriti dei pali portanti per la costruzione di capanne.

E’ probabile che vi fosse anche un quartiere artigianale dato il ritrovamento di cisterne, canalizzazioni, acquedotti, pesi da telaio e fornaci.

La maggior parte dei reperti, oggi li puoi trovare esposti al Museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi.